La ricerca
Esiti di una ricerca su CCNL e buste paga
Per ognuno dei quattordici settori contrattuali del CNEL è stato preso come riferimento il CCNL più applicato secondo i dati relativi agli Uniemens 2022.
6.658.732
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Lavoratrici e lavoratori interessati
La folta gamma di istituti retributivi di fonte legale e contrattuale presenti nel nostro ordinamento compone il variopinto prospetto paga (cd. busta paga) che conosciamo oggi.
Questo documento, che indica la retribuzione che il lavoratore percepisce per un determinato periodo di lavoro e che il datore di lavoro ha l’obbligo di consegnare al lavoratore ai sensi della legge n. 4/1953, può rappresentare un ottimo strumento di ricerca idoneo per far emergere la complessità delle relazioni industriali e di sistema.
Il cd. cedolino o busta paga è, infatti, un documento nella disponibilità di tutte le parti coinvolte: il datore di lavoro, che vede in esso contenute le somme erogate mensilmente al lavoratore; quest’ultimo, che a sua volta ha contezza del corrispettivo ricevuto a fronte della sua prestazione; gli organi di vigilanza, in quanto il Libro Unico del Lavoro permette agli ispettori di avere a disposizione una precisa documentazione relativa al rapporto di lavoro; i professionisti intermediari, che redigono i prospetti paga per conto delle imprese clienti.
Nel nostro sistema, poi, l’unica fonte alla quale fare riferimento per determinare l’ammontare della retribuzione dovuta, in relazione ai singoli settori merceologici e agli specifici profili professionali, è rappresentata dalla contrattazione collettiva.
I contratti collettivi determinano l’ammontare della retribuzione mediante il ricorso a tecniche complesse, prevedendo, accanto alla cd. paga base, numerosi istituti.
Per trattare la retribuzione, quindi, sono state analizzate le singole voci retributive presenti nelle buste paga e appartenenti ai diversi segmenti della struttura della retribuzione dei CCNL.
Pertanto, ai fini della ricerca si è utilizzato un metodo di indagine empirico, attraverso l’analisi della struttura della retribuzione e delle sue voci, partendo dai contratti collettivi per poi arrivare al prospetto paga.
Nello specifico è stato analizzato un campione composto dai quattordici CCNL più applicati (uno per ogni settore contrattuale del CNEL), che copre 6.658.732 di lavoratrici e lavoratori e 596.081 imprese: terziario, distribuzione e servizi; area tessile moda e chimica ceramica; lavoro domestico; grafici editori; logistica, trasporto merci e spedizioni; aziende metalmeccaniche e installazione di impianti, imprese edili e affini; imprese di pulizia e multiservizi; tessile abbigliamento e moda; cooperative del settore socio-sanitario, assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo; industria alimentare; industria chimica, chimica-farmaceutica, fibre chimiche e settori abrasivi, lubrificanti e GPL; operai agricoli e florovivaisti; imprese creditizie, finanziarie e strumentali.
Cosa emerge dalla ricerca condotta?
Un CCNL in media contiene circa 56 differenti voci retributive che poi finiscono in busta paga.
Volendo riportare in valori percentuali la quantità delle diverse tipologie di elementi retributivi rispetto al totale degli elementi retributivi presenti nella struttura della retribuzione di un CCNL e che poi si ritrovano in busta paga, è emerso il seguente quadro: retribuzione base (7,5%), maggiorazioni (41,9%), indennità (22,5%), premi (2,9%), retribuzione indiretta (20,7%), retribuzione differita (4,5%).
Degli elementi che formano la struttura retributiva soltanto il 28,6% è previsto dalla legge (e per molte di esse sono previsti dei trattamenti economici aggiuntivi rispetto a quelli garantiti dalle norme), mentre il 71,4% delle voci retributive sono di origine meramente contrattuale.
C’è da evidenziare, a proposito di tutele economiche assicurate dall’applicazione di un CCNL, che esso in media contiene 12 voci retributive indirette, e cioè somme garantite al lavoratore anche in assenza di prestazione.
Quanto alla difficoltà nello studio e nel reperimento delle fonti contrattuali, infine, si sottolinea che in media per studiare un CCNL occorre consultare 25 documenti differenti tra testi, rinnovi, protocolli, appendici, allegati e ulteriori documenti integrativi per un totale di 245 pagine.
In allegato, parte degli esiti della ricerca, presentati in data 21 marzo in occasione del primo convegno ASRI.
Per leggere la ricerca completa, che oltre alla comparazione tra differenti CCNL, attraverso un benchmarking basato su molteplici voci retributive, contiene anche la ricostruzione della struttura retributiva dei singoli CCNL, è in vendita il libro “La struttura della retribuzione tra fonti normative e contrattazione collettiva: un nuovo modo di intendere la busta paga”.